2/01/2006

A PROPOSITO DI ABORTO

Ultimamente è tornata alla ribalta la legge del 22 maggio 1978, n. 194 sulle "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza”. A questo proposito, basta cliccare sul titolo di questo Post, per andare direttamente ad una pagina che ne propone il testo intero. Mi permetto però, di riportare di seguito l’articolo 2 della legge in questione, che recita:

"I consultori familiari istituiti dalla legge 29 luglio 1975, n. 405 (2), fermo restando quanto stabilito dalla stessa legge, assistono la donna in stato di gravidanza:
a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio;
b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante;
c) attuando direttamente o proponendo allo ente locale competente o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a);
d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza.
I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita. La somministrazione su prescrizione medica, nelle strutture sanitarie e nei consultori, dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte in ordine alla procreazione responsabile e’ consentita anche ai minori."

Penso che la legge parli chiaro. Bisogna vedere, però, su quale base, queste associazioni di volontariato o formazioni sociali, vengono ritenute idonee, e da chi. Alla fine è questo il punto: una Donna che decide di abortire ha il sacrosanto diritto/dovere di essere informata sulle conseguenze che una tale scelta avrà nella sua vita. In tutti i sensi. Badate bene,Informazione, e non plagio. Da qui l’importanza, di scegliere con cura le persone idonee a fare questa delicata attività di ragguaglio. Personalmente affiderei un tale compito a dei laici, ma non sono io che decido…

La mia esperienza personale? Dopo due anni e mezzo di convivenza, io e la mia compagna “Siamo Rimasti Incinti” (passatemi la frase). Io 24 anni e lei poco meno. All’inizio ci sentivamo un pochino spaesati, ed io dissi la cosa che mi sembrava più semplice e logica:
" Beh, pensiamoci e valutiamo bene la situazione, in fondo non siamo mica nel medioevo…ed eventualmente si interrompe la gravidanza!...". Badate bene, era una frase buttata lì, detta superficialmente. Abbiamo fatto una scelta precisa e consapevole. Adesso tutte le volte che guardo negli occhi mia figlia, mi sento a disagio anche solo per avere pensato una cosa del genere, e mi rendo conto di quante gioie mi sarei privato. In fondo sapete come si dice…”Quando non li hai (i bambini ndr.) non riesci ad immaginare la tua vita con loro, e quando li hai non riesci ad immaginare la tua vita senza di loro!”.
Comunque, essendo una legge fatta da uno stato che si dice Laico, è bene, non solo che sia sopra le parti, ma che tuteli i diretti interessati…in tutti i sensi.

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