11/23/2006

Parlare di suicidio si sa, non è bello. Non che io pensi di suicidarmi, tutt’altro. Ma oggi si disquisiva del più e del meno con i colleghi, e spiegando che nel mio palazzo c’è una famiglia che gia due volte si è dimenticata il gas aperto, ci è venuto in mente che ci sono persone che non se ne vanno in silenzio, come dovrebbero, ma scelgono metodi non proprio simpatici.
Insomma, per fare un passo del genere ci sono modalità infinite:
- spararsi in testa;
- tagliarsi delicatamente le vene e poi immergersi nell’acqua calda della vasca;
- buttarsi dal balcone di casa (compatibilmente con l’altezza);
- prendere la macchina e schiantarsi contro un muro, o in alternativa collegando allo scarico della stessa un tubo ed inalarne le emissioni, i cui componenti si legano irreversibilmente al sangue lasciando zero vie di scampo;
- potreste anche legarvi un grosso masso ai piedi, e buttarvi da un pontile;


Voglio dire, di modi ce ne sono tanti, scegliete quello che più vi aggrada, ma non rompete i cogli**i suicidandovi con metodi invadenti. Evitate ad esempio di cacciarvi sotto un treno, facendo perdere una giornata di lavoro ai pendolari che in quel momento ci stanno viaggiando in cima. O ancora non uccidetevi aprendo a manetta il gas della cucina, che magari se si accende una luce, esplode tutto e muore anche il ragazzino al piano di sotto che in quel momento sta giocando con la sua PlayStation2. O più semplicemente, provate ad affrontare i grossi problemi che avete, magari chiedendo aiuto, e risparmiandovi la vita, così potrete tornare a sorridere con gli amici, godere ogni giorno i piaceri della vita, e ricominciare lavorare, in modo da contribuire al pagamento delle pensioni.

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